LUNGO LA “VIA SANCTA”

Con il Giubileo la Villa presenta il nuovo percorso museale con l’apertura al pubblico della Galleria delle Grottesche, un elegante corridoio al piano nobile della Villa Farnesina, caratterizzato da una originale volta lignea decorata con motivi a grottesche su fondo chiaro.

  • Ai visitatori che esibiranno il biglietto d’ingresso ai Musei Vaticani (entro 7 giorni dalla data di vidimazione) sarà praticata una riduzione sul biglietto d’ingresso alla Villa Farnesina
  • Durante il Giubileo in Villa saranno a disposizione dei pellegrini gratuitamente alcune pubblicazioni dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Via della Lungara (nota in antichità anche come “Sub Jano” perché dominata dal colle Gianicolo) fu, tra le vie legate al Giubileo, quella più seguita dai pellegrini, che la percorrevano per recarsi alla tomba di Pietro per lucrare le indulgenze; presto fu infatti nota come “via sancta”. Trasformata in vero asse urbano sotto papa Alessandro VI Borgia (1492-1503), con Giulio II Della Rovere (1503-13) via della Lungara (che deve il suo nome al lungo percorso rettilineo) acquisì l’assetto definitivo in parallelo con la via Giulia sull’opposta sponda del Tevere. Nel Cinquecento l’area della Lungara era quasi una città nella città, adorna di giardini che si estendevano fino al fiume circondando lussuose dimore, come quella che appartenne ad Agostino Chigi, il ricco banchiere di papa Giulio II: la splendida Villa Farnesina. La Villa fu commissionata da Agostino al celebre architetto Baldassarre Peruzzi nel periodo più splendido della vita del banchiere senese, che desiderava una residenza lontana dagli affanni e dalla sua prima dimora cittadina in via dei Banchi. La Villa venne ornata, oltre che dal Peruzzi stesso, da Raffaello, da Sebastiano del Piombo e dal Sodoma con affreschi ispirati ai miti classici. Nel 1511 la villa, il cui “viridario” era bagnato dal Tevere, era già edificata e in parte decorata e Agostino Chigi, chiamato “il magnifico”, vi visse tra ricchezze e onori, da munifico mecenate, protettore di artisti e amico dei principi e dei cardinali che amava ricevere nella sua dimora.