Raffaello Sanzio

Era in questo tempo a Roma Agostin Chisi mercante sanese ricchissimo e grande, il quale oltra a la mercatura teneva conto di tutte le persone virtuose e massime de gli architetti, pittori e scultori, e fra gli altri aveva preso grandissima amicizia con Rafaello…

…Onde facendogli Agostin Ghigi, amico suo caro, allora ricchissimo mercante sanese, dipignere nel palazzo suo la prima loggia, egli non poteva molto attendere a lavorare per lo amore che e’ portava ad una sua donna; per il che Agostino si disperava di sorte, che per via d’altri e da sé, e di mezzi ancora, operò sí che appena ottenne che questa sua donna venne a stare con esso in casa continuamente, in quella parte dove Rafaello lavorava, il che fu cagione che il lavoro venisse a fine.

Fece in questa opera tutti i cartoni e molte figure colorí di sua mano in fresco.

E nella volta fece il concilio degli iddei in cielo; dove si veggono nelle loro forme abiti e lineamenti cavati da lo antico, con bellissima grazia e disegno espressi; e cosí fece le nozze di Psiche con ministri che servon Giove e le Grazie che spargono i fiori per la tavola; e ne’ peducci della volta fece molte storie, fra le quali in una è Mercurio col flauto, che volando par che scenda da ‘l cielo, et in un’altra è Giove con gravità celeste che bacia Ganimede; e cosí di sotto nell’altra il carro di Venere e le Grazie che con Mercurio tirano al ciel Pandora, e molte altre storie poetiche negli altri peducci. E negli spicchi della volta, sopra gl’archi fra peduccio e peduccio, sono molti putti che scortano bellissimi, che volando portano tutti gli strumenti de gli dèi: di Giove il fulmine e le saette, di Marte gli elmi, le spade e le targhe, di Vulcano i martelli, di Ercole la clava e la pelle del lione, di Mercurio il caduceo, di Pan la sampogna, di Vertunno i rastri della agricultura. Et a tutti ha fatto gli animali appropriati secondo gli dèi: pittura e poesia veramente bellissima.

Fecevi fare da Giovanni da Udine un ricinto intorno alle storie d’ogni sorte fiori, foglie e frutte in festoni divini.”

Tratta dalle “Vite de piu eccellenti pittori scultori e architetti” di Giorgio Vasari.