RAFFAELLO SANZIO
Raffaello a Roma
Quando Raffaello giunge a Roma nel 1508, chiamato da papa Giulio II, è già un artista affermato grazie alle esperienze maturate tra Urbino, Perugia e Firenze. La capitale pontificia, centro politico e culturale del Rinascimento, gli offre l’occasione di confrontarsi con i più grandi artisti del tempo, tra cui Michelangelo e Bramante.
Nelle Stanze Vaticane, Raffaello realizza affreschi di straordinaria potenza e armonia, come la celebre Scuola di Atene, che diventa manifesto della cultura umanistica. Roma si trasforma per lui in un laboratorio inesauribile, dove architettura, pittura e antichità classica dialogano costantemente.
Il contatto con le collezioni antiquarie e con i circoli umanistici amplia la sua visione artistica. La città diventa non solo il luogo di committenze prestigiose, ma anche il teatro della sua maturità creativa. In poco più di un decennio, Raffaello riesce a imporsi come protagonista indiscusso della scena artistica romana.
Pittore senese, Ritratto di Agostino Chigi “Il Magnifico”, Ariccia, Palazzo Chigi
Filippo Bigioli, Raffaello che presenta il bozzetto della Galatea ad Agostino Chigi,
1839, Roma, Palazzo Torlonia
Raffaello e Agostino Chigi
Il banchiere senese Agostino Chigi, tra i più ricchi e influenti uomini del suo tempo, fu oltre a papa Giulio II della Rovere, uno dei maggiori mecenati di Raffaello.
Stabilitosi a Roma, Chigi volle circondarsi dei migliori artisti per celebrare il proprio prestigio. In qualità di banchiere del papa Giulio II, Agostino Chigi riuscì ad avere nel cantiere del palazzo il divino maestro di Urbino con il quale instaurò un rapporto di reciproca stima e collaborazione.
La committenza chigiana permise all’artista di esprimersi in contesti non strettamente religiosi, dando spazio anche a temi mitologici. Attraverso questo sodalizio, Raffaello consolidò ulteriormente la sua fama e la sua capacità di parlare a un pubblico colto e cosmopolita, quello che frequentava la Villa di Chigi.
Raffaello in Villa Farnesina
La Villa Farnesina, residenza suburbana di Agostino Chigi, rappresenta uno dei luoghi in cui l’arte di Raffaello raggiunge esiti straordinari. Qui l’artista realizzò il celebre Trionfo di Galatea, un affresco che unisce grazia compositiva e ispirazione classica.
La scena mitologica, ambientata in un paesaggio marino vibrante di movimento, esprime la perfezione ideale del corpo umano e l’equilibrio delle forme, temi centrali della sua poetica.
Nella stessa villa, Raffaello progettò anche la decorazione della Loggia di Amore e Psiche, affidata in gran parte ai suoi collaboratori ma basata sui suoi disegni. Questi cicli celebrano non solo la mitologia antica, ma anche il potere e la raffinatezza del committente.
L’intervento di Raffaello contribuì a rendere la residenza di Chigi un luogo simbolico, in cui arte, mito e vita mondana si intrecciavano armoniosamente.





