Villa Farnesina
La Loggia di Galatea
La Loggia prende il nome dall’affresco della ninfa Galatea ad opera di Raffaello Sanzio che la dipinse con i tratti del viso delicati, in contrasto con il corpo rigoglioso, trasportata sull’acqua in un cocchio formato da una conchiglia trainata da delfini e intorno una festa di tritoni, amorini e nereidi.
La Loggia fu affrescata da diversi artisti. Il primo fu Baldassarre Peruzzi, che nel 1511 affrescò sulla volta l’oroscopo di Agostino Chigi.
Nell’inverno 1511-1512 Sebastiano del Piombo, uno dei maggiori talenti pittorici veneziani, dipinse le scene mitologiche delle nove lunette con varie scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio e la gigantesca Testa di giovane.
Nel 1579, dopo l’annullamento del fedecommesso gravante sulla proprietà dei Chigi, la Villa Farnesina fu ceduta al cardinale Alessandro Farnese. I primi interventi di manutenzione nella Loggia furono però con ogni probabilità patrocinati, intorno alla metà del Seicento, da un altro cardinale del casato, Girolamo, al quale sarebbero da ricondurre i restauri delle grottesche sulle paraste addossate alla parete della Galatea (una delle quali reca la firma del pittore modenese Giovanni Paolo Marescotti e – seppur ridipinta – la data 1650).
Alla fine del secolo la Villa, descritta come un «covo di briganti», versava tuttavia in condizioni di totale abbandono. Gli agenti farnesiani riuscirono così a convincere il duca di Parma, Ranuccio II Farnese, dell’urgenza di un intervento conservativo, e visto il successo riscosso dai restauri della cosiddetta “Galleria dei Carracci” nel non lontano Palazzo Farnese, sito sulla sponda opposta del Tevere, ne affidarono l’esecuzione al medesimo artefice, il celebre pittore Carlo Maratti (1625-1713).
L’équipe marattesca si mise all’opera a partire dal 1693. I lavori nella Loggia riguardarono in particolare il consolidamento degli affreschi di Baldassarre Peruzzi sulla volta, fissati con numerose grappe di ferro, e in misura minore i riquadri con la Galatea di Raffaello e il Polifemo di Sebastiano del Piombo.
Il restauro dei cinque paesaggi della parete nord e della parete ovest della Loggia di Galatea sono stati eseguiti nel 2019 grazie al sostegno del Socio Linceo Prof. Natalino Irti a cura di Giovanna Antonelli, Maria Rosaria Basileo, Giorgia Galanti (Coop. Fabrica Conservazione e Restauro) – ATI.
Nel 2021 è terminato il cantiere di restauro finanziato dal Mibact attraverso il “Fondo degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato per lo sviluppo del Paese”.
Il cantiere, con la supervisione della Commissione Villa Farnesina e di Virginia Lapenta (Conservatore di Villa Farnesina), è stato coordinato dall’architetto dell’ICR Giorgio Sobrà, e si inserisce nell’attività didattica della Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICR, sede di Roma, diretta da Francesca Capanna, avvalendosi della docenza delle restauratrici Barbara Provinciali, Carla Giovannone e Maria Carolina Gaetani dell’Aquila d’Aragona con l’assistenza di Simona Nobili.












